Creato con Canva. Copyright icone: Freepik (pullover, pattern, ball of wool)
Questo articolo apre la serie dedicata al ciclo produttivo della maglia in lana Carla B. in occasione dell’arrivo presso i nostri rivenditori della collezione autunno/inverno.
Il primo episodio è dedicato al lavaggio industriale. La domanda sorge spontanea: perché iniziare proprio da questa fase? Per vedere quali sono le differenze tra il lavaggio fatto alla fine del processo di filatura e quello di casa, trattato nell’articolo precedente .
Motivi e scelte del tipo del lavaggio
l motivo per cui è necessario lavare la lana industrialmente risiede nella modalità in cui è trattato il filo. Perché il filo di lana possa essere inserito nelle macchine da tessitura ovvero telai e rettilinee è necessario che sia paraffinato e trattato con oli in modo da renderlo maggiormente compatto e più facile da lavorare. Il quantitativo e la tipologia di oli utilizzati dipende dal tipo di lana che ci si trova a lavorare in produzione, in particolare più “pelosa” è più è necessario trattarla.
Una volta che il tessuto o il capo finito (sia il tessuto test, che il campione, che il capo definitivo passano necessariamente per il lavaggio, uno degli step necessari per verificare la buona riuscita e la qualità del prodotto) sono pronti , ecco che avviene la fase di lavaggio per riportare il filato alle sue condizioni originali.
Per poter capire che tipo di lavaggio è necessario programmare bisogna innanzitutto fare delle considerazioni:
- La tipologia di lana (merino, cashmere ecc)
- La finezza del filato(ad esempio 8, 15, 21 millimetri ecc)
Entrambe queste informazioni sono utili per capire quanto pesante è stato il trattamento del filo.
- Tinta unita, multicolore e/o con fantasie in rilievo come la lavorazione jacquard
Il lavaggio
A questo punto la lavatrice industriale viene programmata per lavare il particolare tipo di tessuto. Il lavaggio è differenziato in base alle specifiche (indicate sopra), inoltre sono utilizzati detersivi mirati (sgrassanti e /o ammorbidente) già miscelati in base al programma scelto, grazie ad un sistema di pompe automatico già collegato a questa, e il peso del carico. Vediamole più da vicino:
- In base al tipo di lana, il ciclo si differenzia: i capi maggiormente trattati avranno cicli che prevedono maggiori giri del cestello e l’utilizzo di detersivi più sgrassanti. Inoltre, la qualità della lana determina a quanti bagni sarà sottoposto il capo, ad esempio il cashmere è una qualità di lana che deve essere sgrassata e in seguito sottoposta ad un secondo lavaggio con ammorbidente per tornare ad avere la sua caratteristica morbidezza.
- La finezza del filato definisce la durata del lavaggio. Ad esempio, un capo di finezza maggiore avrà un lavaggio più lungo, rispetto ad un filato più voluminoso e pesante.
- Un tessuto tinta unita risulta meno delicato rispetto ad uno fantasia, in quanto non si pone il problema della dispersione del colore (attenzione: solo se il filato di lana è di buona qualità non stinge!). Per questa ragione i capi multicolore necessitano dell’aggiunta di un detersivo antidisperdente durante il lavaggio. Per quanto riguarda, invece, la temperatura, se il tessuto ha più colori o presenta delle fantasie (come il jacquard) questa è di circa 30°C, mentre per le tinte unite la temperatura può salire fino ai 38°C.
Alla fine del lavaggio è necessario procedere con l’asciugatura. Anche in questo caso la durata e la temperatura si differenziano in base alla qualità di lana. Si può avere un’asciugatura lunga e a temperatura bassa per la lana, in quanto in questo modo il filato torna ad essere più “peloso”, in altri casi, come per il cashmere, l’asciugatura deve avvenire a temperatura alta (70°C) ma essere molto breve per non rischiare di rovinarlo.
Per scoprire di più sulle fasi produttive del nostro maglione di lana, stay tuned!